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venerdì 9 dicembre 2016

Ricordo di Walter Albini

Personaggio, indubbiamente. Ma se è vero che l'essere personaggio è talvolta aspetto preponderante non solo per apparire ma anche per essere protagonisti nel palcoscenico della moda, occorre subito dire che Walter Albini per tanto genio e sregolatezza, fu non solo personaggio ma stilista ante litteram, quando il resto della moda italiana, timida ed incerta, era più "abbigliamento" o conformistica sartoria carica di perbenismo, che non prêt-à-porter e dunque disinvoltura, audacia, narcisismo raffinato, che in seguito si sarebbero clamorosamente affermati e diffusi anche e non sempre con necessario equilibrio di gusto mancante a certi, questi sì, forzati "personaggi".
"Stilista" dunque Walter Albini per primo e, forse, più di tutti. Raffinato e squisito, geniale e fertile, con un "difetto" che per molti è e sarà invece irraggiungibile: creatività al limite dell'eccesso, idee e suggerimenti a decine, a centinaia, in collezioni che avrebbero potuto essere non una, ma dieci ogni volta. E anche le sfilate, vissute in febbrili momenti di alta tensione, sino all'estremo istante in cui l'indossatrice deve uscire in passerella, ma anche lui avrebbe ancora per un attimo fermato per completare una perfezione sognata, intuita, sofferta sino all'estenuazione. Sfilate anch'esse, quando le circostanze lo consentirono, in cui fantasia e grandezza diventarono spettacolo, un kolossal che ancora tutti ricordano per lo stupore che comunque, quantità, qualità, estrosità e rigore, novità e ritorni, classico e fashion, provocavano avvicendandosi in sequenze mozzafiato, sgorganti da una cascata di idee che gli sprazzi della fantasia coloravano di una suggestione irresistibile. Purtroppo tanta gioia creativa era destinata a non trovare altrettanta meritata fortuna commerciale: qui la confluenza tra personaggio e manager turbinò in acque impetuose, attraversate da gelide correnti fatte di cifre di appuntameti, di accordi, di impegni, di tutto ciò che da sempre costituisce gioia e tormento di chi deve vendere per poter creare e non solamente creare per poter vendere. Non nacque mai, dall'artista Walter Albini, il commercio Walter Albini. L'artista rimase però tale, lo stilista fu sublime, il creatore inesauribile: così lo ricordano tutti coloro, e sono molti, che a lui devono idee, intuizioni, disciplina del gusto.
Così lo ricordiamo noi che quotidianamente viviamo i fatti della moda italiana ancora giovane e sotto tanti aspetti già enormemente esperta  e sicura di sé. Una moda che negli accadimenti del quotidiano - anche quelli tragici e assurdi come sempre lo è la morte improvvisa, ingiusta quando è così precoce - trova la sua storia che riserva l'obbiettività del giudizio su fatti e persone solamente "dopo".
Quando la vita diventa passato il personaggio si trasforma in ricordo, tanto più intenso e struggente fu il suo rapporto con il mondo circostante, come nel caso di Walter, l'irripetibile, geniale, raffinato, Walter Albini.

Necrologio di Walter Albini                          
di Gianni Bertasso
25-6-1983 GT                    

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